In una piccola città rurale nello stato di New York, Stati Uniti d’America, dal 15 al 18 agosto del 1969, si svolse la Fiera della Musica e delle Arti di Woodstock all’apice della diffusione della cultura hippie, nota con il termine “figli dei fiori”. Gli hippie sono caratterizzati da vestiti decorati con fiori o vivacissime stoffe di colori vivi. Il loro ideale di pace e libertà è sintetizzabile in slogan quali “Mettete dei fiori nei vostri cannoni” (slogan del movimento “Flower power”) e “Fate l’amore, non la guerra“, che risuonavano in maniera evidente nel periodo della guerra del Vietnam. La ricerca sfrenata della totale libertà era il significato insito nel loro stile di vita. Questo movimento toccò particolarmente l’opinione pubblica, tanto da impressionare le pellicole di molti registi, nonché la musica di molti artisti.

Woodstock era stato ideato come un festival di provincia (e come “An Aquarian Exposition”, il nome, dal tono modesto, con cui era pubblicizzato) ma accolse inaspettatamente più di 400.000 giovani (secondo fonti non certe, addirittura un milione di persone). Sul palco si alternarono trentadue tra musicisti e gruppi tra i più noti dell’epoca e la manifestazione terminò un giorno oltre al previsto.

I promotori del festival di Woodstock furono Michael Lang, John P. Roberts, Joel Rosenman e Artie Kornfeld. Roberts e Rosenman avevano pubblicato un annuncio sul New York Times e sul Wall Street Journal, presentandosi come “Challenge International, Ltd.”: Uomini giovani con capitale illimitato cercano interessanti opportunità, legali, di investimento e proposte d’affari. Lang e Kornfeld li contattarono, e con loro progettarono uno studio di registrazione da mettere su nel villaggio di Woodstock, nella contea di Ulster dello stato di New York, un luogo dall’atmosfera ritirata e tranquilla. Presto, però, immaginarono di realizzare al suo posto un più ambizioso festival musicale e artistico. Roberts era incerto se abbandonare l’iniziativa, consolidando le perdite che vi aveva subito; infine la sua decisione fu di restare nel gruppo e finanziare il Festival. Woodstock era per loro un’iniziativa commerciale, che chiamarono appunto “Woodstock Ventures”, una possibilità di guadagni. Divenne una manifestazione ad ingresso libero quando gli organizzatori si accorsero di stare attirando centinaia di migliaia di persone in più del previsto: circa 186.000 biglietti erano stati acquistati in prevendita.

Un festival omonimo è stato riproposto ogni dieci anni dopo l’originale e, nel 1994, per celebrare i venticinque anni da allora; ogni volta vengono ospitati nuovi artisti, assenti nelle edizioni precedenti, insieme a musicisti già esibitisi su quel palco: così questi eventi, ciclicamente, danno un’idea della trasformazione della società (in particolare negli Stati Uniti) dalla prima ispirazione hippie alle edizioni più recenti, che hanno visto anche episodi di violenza e una sfumatura commerciale ben lontani dall’atmosfera allegra e utopistica dei “figli dei fiori”.

Il Festival di Woodstock lascia un segno nella storia fatto di luci ed ombre, ma in ogni caso, tutto è perfezionabile ed oggi più che mai, la musica ed i Festival, restano mezzi di comunicazione molto forti per veicolare valori come la libertà, la pace ed il rispetto reciproco tra i popoli.

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