È il principale luogo di culto cattolico e si trova nel dipartimento dell’Eure-et-Loir, nel nordovest della Francia, basilica minore dal 1908. La cattedrale è il più celebre monumento della città ed è considerata uno degli edifici religiosi più importanti del mondo ed uno dei più perfetti edifici gotici. Il fattore decisivo che la fa prevalere tra le altre cattedrali francesi è il suo buono stato di conservazione, specialmente delle sculture e delle vetrate. Grande luogo di pellegrinaggi, principalmente grazie al rinnovato interesse per il cammino di Santiago di Compostela di cui Chartres è una tappa per i pellegrini che vengono per la via di Parigi, questa cattedrale e le sue torri dominano la città e la circostante piana della Beauce, risultando visibili da molte decine di chilometri di distanza. La cattedrale è classificata dal 1862 come monumento storico di Francia e nel 1979 l’UNESCO l’ha dichiarata patrimonio culturale dell’umanità.

L’edificio costruito dal vescovo Fulberto, fu distrutto nel 1194 a causa di un incendio ed immediatamente si cominciarono i lavori di ricostruzione, che durarono circa 60 anni. L’aggiunta più importante è la torre a nordest, il Clocher Neuf, conclusa nel 1513. La cattedrale è stata costruita da operai specializzati, chiamati compagnons, riuniti in confraternite. In questo periodo, esistevano tre confraternite: i Bambini di Padre Soubise, i Bambini del Maestro Jacques, e i Bambini di Salomone legati ai Cavalieri Templari. Questi ultimi hanno lasciato incisi, sulle pietre o sulle travi, dei segni che sono le loro firme.

Il labirinto di Chartres, opera del XII secolo, è una figura geometrica circolare inscritta in larghezza sul pavimento della navata centrale. Rappresenta un percorso continuo lungo 261,5 m che va dall’esterno all’interno del cerchio, con una successione di curve e archi di cerchi concentrici. Una delle sue particolarità è che i percorsi, sia dal centro che dal perimetro, presentano la stessa successione di curve e archi. È un labirinto unicursale con una sola via d’uscita, una sorta di percorso salvifico, motivato dall’anelito alla trascendenza, ed articolato nel discernere il bene e dal male. Alcuni pensano che il labirinto rappresenti un cammino simbolico che porta l’uomo dalla terra a Dio e il centro della figura rappresenta appunto la città di Dio, altri pensano (seguendo la corrente catara) che sia un Sancta Sanctorum, un percorso che permette il cammino interiore per giungere a Dio attraverso la preghiera e che culmina proprio nella rosa a sei petali che alcuni credono essere l’emblema della preghiera del Padre nostro. Il percorso del labirinto non consiste solo nell’andare verso il centro, ma anche nel ripartire da lì. Il pellegrino è invitato a seguire la linea tracciata davanti a lui, in modo da salire verso il coro della cattedrale, verso oriente, cioè la luce.

Il labirinto ha un’area pari a quella del rosone centrale e il giorno del solstizio d’estate (20 o 21 giugno), all’ora che corrisponde al mezzogiorno e attualmente si colloca intorno alle 14, un raggio di sole filtra da un foro della vetrata di Sant’Apollinare, nella navata laterale occidentale, illuminando una lastra di pietra più bianca e posta di sbieco rispetto alle altre che formano il pavimento; su questa, il raggio si posa su di uno sbalzo metallico leggermente dorato, fissato forando la pietra.

Possiamo separare in due la parola “Labirinto”: Labor (fatica) e Intus (avv. di luogo che indica “il profondo”). Quindi appunto il Labirinto della cattedrale aiuta ad entrare con fatica nelle parti più profonde dell’essere umano al fine di poter raggiungere l’Illuminazione.

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