Ho scelto di trattare questo simbolo del Sacro per la sua capacità di creare un ponte di collegamento tra storie antiche e moderne e, di connettere il mondo laico e civile con quello spirituale in una misteriosa ed unica armonia.

 Non a caso la costruzione della chiesa di San Marco iniziò nel 1932, lo stesso anno della fondazione della città di Latina, allora denominata Littoria. La chiesa, progettata dall’architetto Oriolo Frezzotti al centro del nuovo centro abitato, fu portata a termine l’anno seguente e dedicata il 18 dicembre 1933. L’intitolazione all’evangelista San Marco, scelto come patrono della nascente città, intendeva sottolineare il particolare legame esistente tra l’Agro pontino e le Venezie, da cui proveniva la gran parte dei coloni assegnatari delle terre bonificate dalla palude.  Ma esiste anche un aspetto poco conosciuto e, riguarda quello teologico connesso proprio a San Marco, infatti il suo Vangelo è tutto intriso di esorcismi e di guarigioni, di miracoli e di prodigi operati da Gesù. Più di ogni altro evangelista, il “leone” di Marco intravede in Gesù colui che caccia via con autorità e potenza Satana dalla vita degli uomini, rispettando sempre il libero arbitrio dell’essere umano, operando liberazioni continue, guarigioni miracolose affinché la civiltà stessa comprenda il potere di Cristo nei riguardi del maligno, della malattia e della morte stessa.

San Marco, porta un turbamento santificante per l’umanità attraverso una “frequenza nuova da ascoltare”, infatti nel suo racconto troviamo l’episodio in cui Gesù diede il nome di Boanèrghes, cioè figli del tuono a due apostoli: Giacomo di Zebedèo e Giovanni fratello di Giacomo.

Latina di fatto ospita la Cattedrale di San Marco, simbolo di un mondo nuovo. Troviamo qui la Sapienza che ricorda all’umanità il ritorno del Messia e la creazione dei “nuovi cieli e nuova terra” destinati ai meritevoli nel giorno del Giudizio Universale.

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