Walnuts

Gentile lettore e lettrice, desidero offrirvi alcune riflessioni sulla nostra vita partendo dall’osservazione di un frutto naturale: “la noce”.

Meditando sulla noce è molto facile accorgersi della sua composizione costituita da diversi livelli. La sua forma e la sua sostanza indicano qualcosa oltre il naturale ed aiuta a considerare l’esistenza di una realtà soprannaturale. Ad esempio, Sant’Agostino indicava la noce come simbolo di Cristo: il mallo sta per la carne di Gesù, il guscio allude alla croce, la quale pare fosse proprio in legno di noce e il gheriglio alla natura divina di Cristo.

Osservando la noce è possibile notare da subito la sua somiglianza con il nostro cervello. Guardiamola attentamente, sembra essere divisa proprio come i due emisferi con le loro tipiche pieghe. In un certo senso richiama la connessione tra cibo e pensiero. Con la noce nutriamo il corpo fisico e con il legno della croce di Gesù, dopo la sua resurrezione, nutriamo la nostra anima grazie all’Eucaristia.

Come detto in precedenza, essendo la noce simbolo di Cristo e composta da più strati, per analogia, questa struttura particolare, invita a considerare il nostro corpo fisico anche nei suoi diversi piani dell’esistenza, ovvero spirito e anima. Come il legno protegge l’interno della noce, così il legno della croce salva l’umanità e la protegge attraverso il sacrificio di Gesù. Dentro questo enigma posizionato tra mondo visibile ed invisibile, emerge con potenza quel mistero d’amore che senza sosta propone ad ognuno di noi la necessità di proteggerci nell’amore, proprio come il legno difende la noce e Gesù custodisce tutta l’umanità. Infatti è necessario fare una considerazione importante in tal senso: Gesù nel subire il martirio della crocifissione per la nostra salvezza resta inchiodato a braccia aperte senza potersi muovere, proprio a voler simboleggiare la sua fissa ed immutabile verità, quella che lo costringe a restare a braccia aperte sulla croce mostrando il suo cuore sempre aperto e disponibile ad amare tutti. Mentre noi siamo liberi di poter voltare le spalle a Gesù, lui non può farlo, ma è costretto ad amare. Ed è proprio quel grande amore che lo farà risorgere per volontà di Dio Padre. Ma cosa vuole insegnarci la parola amore?

La stessa parola amore trova il suo vero significato nell’eterno, non a caso la parola amore deriva dal latino a-mors cioè senza morte. E qui concludiamo che in effetti il senso profondo del nuovo comandamento di Gesù: “amatevi l’un l’altro come io ho amato voi” come donarsi in piena dolcezza e volontà di sostenersi reciprocamente trova il suo riflesso nella vita eterna. Amare significa non morire mai.

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